Da anni nell'Est dell'Ucraina si combatte un conflitto nel cuore dell'Europa.
In queste settimane la situazione è degenerata sino alla drammatica invasione delle truppe di Mosca nel territorio ucraino.
La crisi in Ucraina ha sempre visto confrontarsi due avversari storici come Washington e Mosca ma, con il coinvolgimento della Turchia che in questi momenti drammatici sta cercando di svolgere un' importante funzione di mediatore tra i contendenti, per arrivare ad una soluzione di pace.
Con il conflitto in corso, la Turchia rischierebbe di trovarsi in prima linea essendo anche membro della NATO.
In primis Erdogan è sempre stato propenso a sfruttare i buoni rapporti con Kiev e Mosca al fine di migliorare la situazione esistente.
La preoccupazione principale della Turchia dipende dallo sviluppo che potrebbe prendere la guerra, nutrendo parecchie preoccupazioni di natura economica, di difesa e di sicurezza nell'attuale conflitto.
Infatti a lato della crisi tra russi e ucraini, le varie dispute che si sono susseguite nel tempo per il controllo del Mar Nero da tutte le componenti in campo, sono estremamente importanti, perché si tratta dell'accesso diretto al Mediterraneo e in questa particolare situazione Ankara rischierebbe di perdere gli introiti derivanti dal controllo degli Stretti del Bosforo e dei Dardanelli.
Inoltre, sta aumentando il valore degli scambi commerciali tra Russia e Turchia che, stanno cercando di collaborare alla creazione di una zona di libero scambio, dove sviluppare una proficua cooperazione in campo tecnico e scientifico.
La rivalità tra Mosca e Kiev dura da secoli e ha avuto un riflesso sociale sull'Ucraina di oggi.
Il 2013 segna l'anno dove le tensioni tra i due paesi hanno raggiunto il culmine con il cosiddetto Euromaidan , una rivoluzione a favore di posizioni filoeuropeiste in contrapposizione a quelle filorusse.
Dal 2007 Unione Europea ed Ucraina intrattengono rapporti privilegiati che, da semplici accordi di libero scambio,diventano qualcosa di più sostanziale gettando le basi per un trattato di associazione.
La questione Euromaidan è sorta quando il governo di V. Yanukovych aveva rinviato la sottoscrizione di un accordo di libero scambio e partenariato con l'Unione Europea.
Nel contempo questa mossa è stata favorevole a Mosca che, voleva sempre avere il ruolo di interlocutore privilegiato con l'Ucraina.
La conclusione dell'Euromaidan lascia aperti alcuni misteri, riguardando soprattutto le morti avvenute tra le forze dell'ordine ed i manifestanti durante la rivolta.
Infatti si è avuto notizia della presenza di cecchini che, spararono sia ai poliziotti che ai manifestanti al fine di scatenare l'odio tra le parti.
Concludendosi l'epoca dell'Euromaidan,si apre quella relativa del ritorno della Crimea a Mosca.
Il 01 marzo 2014 la Russia per difendere gli interessi nazionali in quest'area,autorizzò Putin all'uso della forza ma, dalla quale non ci fu bisogno, perché nei mesi successivi si arriverà all'annessione della Crimea alla Federazione Russa senza morti, né feriti, senza aver sparato un solo colpo.
Soprattutto la Russia era confortata dal fatto che la maggioranza della volontà popolare voleva ricongiungersi a Mosca.
Il 20 marzo 2021,è entrato in vigore il decreto nr. 201 del Presidente delle Federazione Russa che attribuisce alla Russia la maggior parte della penisola di Crimea,circa l'80% del territorio ad esclusione di alcuni comuni e di una piccola parte della città di Sebastopoli.
In questa maniera si è definitivamente affossata la Crimea Ucraina, dove i suoi abitanti non avevano accettato i passaporti russi, rischiando di rimanere stranieri nella loro terra.
Il regime di Putin in Crimea sta invertendo il significato dello ius soli, dove il diritto di risiedere sul territorio dipende dalla nazionalità.
Si tratta di una situazione complessa, dove attualmente in Ucraina non si sta solo combattendo una guerra ma, è in atto uno scontro interno determinato da rivalità politiche tra partiti opposti ma, dovute al desiderio di autonomia e di indipendenza da parte delle regioni orientali sino a oggi appartenute all'Ucraina, contraddistinte da un universo di interessi che determinano posizioni contrastanti a livello internazionale.
Russia e Ucraina sono ai ferri corti da quando Mosca ha annesso la penisola di Crimea appoggiando le rivolte armate nelle regioni russofone del Donetsk e Lugansk contro il governo di Kiev.
L'Ucraina nello scontro con queste due regioni indipendenti autoproclamatesi repubbliche popolari, ha sempre tentato con le armi di riprendersi il totale controllo su questi territori.
Al contrario la Federazione Russa ha sempre cercato di tutelare le due regioni, perché se mantengono la loro indipendenza, potrebbero costituire un freno al processo di adesione dell'Ucraina nella NATO.
In Ucraina si stanno confrontando uomini, culture, interessi economici come quando si gioca una partita a scacchi tra Unione Europea, StatiUniti, Russia e Ucraina.
La tensione che si sta percependo fa temere il possibile deflagrare del conflitto su scala mondiale.
Una cosa certa è che all'interno di questa disputa tra i due colossi (USA e Russia), l' Unione Europea sembra essere relegata ad un ruolo marginale a causa soprattutto di una sua politica non chiara per affrontare le sfide di oggi.
Per trovare una sorta di riscatto, L'Unione Europea ha annunciato l'allargamento verso est guadagnando spazio nell'agenda politica internazionale.
Non solo l'Ucraina ma, anche la Georgia e la Moldavia hanno chiesto ufficialmente di entrare a far parte dell'Unione Europea. Le prime reazioni sembrano positive ma, il processo appare lungo. In effetti la Croazia, ultimo paese ad entrare nell'Unione Europea, dalla sua richiesta a Bruxelles alla definitiva adesione sono passati più di dieci anni.
di Graziano Canestri