La recente pioggia non basterà a sanare gli oltre 100 giorni di siccità nei campi, se non sarà omogenea, costante e prolungata.
Secondo le stime di Cia Alessandria, la sezione alessandrina della Confederazione Italiana Agricoltori, servirebbero almeno 100 millimetri di acqua nell’arco di una settimana per dare respiro ai terreni arati o seminati. La siccità ha già compromesso il 50% del grano precoce in Italia, sia duro che tenero, in una stagione già instabile per l’assenza di import dall’Ucraina in guerra, e granaio d’Europa. E’ l’ennesima prova che la crisi idrica va affrontata con piani europei di adattamento climatico, più ricerca e innovazione a portata delle aziende agricole e con una nuova rete idraulica per il Paese.
I cambiamenti climatici stanno modificando di continuo le regole in campo, con le aziende a inseguire un equilibrio, comunque precario, per contrastare condizioni estreme, sia di siccità che di pioggia. Allo stato attuale, varietà precoci di frumento su terreno torboso avranno perdite superiori e fino al 50%. Quanto alle tardive, invece, se pioverà bene e arriverà nutrimento, il danno sarà più limitato per via del ciclo più lungo di maturazione, ma la perdita del 20% sarà irrecuperabile.
La combinazione tra condizioni del terreno e portata della pioggia fa la differenza. Se il terreno è troppo compatto, c’è il rischio di ristagno e, quindi, fallanze e malattie fungine. Ma allo stesso tempo, su un terreno troppo arato, poca acqua può solo disperdere umidità. Senza contare il pericolo frane per fenomeni temporaleschi estremi in un’Italia disastrata a livello idrogeologico .
Serve pioggia fino a maggio, ma le previsioni parlano ancora di instabilità e di cambi bruschi delle temperature che riaccendono le preoccupazioni per le gelate tardive. Quelle che nel 2021 provocarono oltre 800 milioni di danni alla frutticoltura estiva e primaverile.
E’ quindi urgente stringere il cerchio su questioni chiave contro il cambiamento climatico, con strumenti più adeguati e flessibili in ambito assicurativo e di gestione del rischio. Occorre portare a vantaggio delle imprese l’agricoltura di precisione e occuparsi della difesa attiva delle colture, incentivando investimenti in tecnologie specifiche di protezione, sia tradizionali che innovative e multifunzionali.