Sono passati gli otto giorni di sicurezza, sempre cauti in questo periodo pandemico, e quindi possiamo provare a dirci cosa è successo tra Italia e Francia.
Intanto è successo che tanti francesi hanno fatto il tifo per la nazionale azzurra, che sfidava l’Inghilterra sul rettangolo d’erba londinese, e hanno festeggiato insieme a noi. Poi se andiamo a riprendere i passaggi diplomatici tra i due presidenti delle nazioni sorelle troviamo che hanno avuto il coraggio di fare dei passi avanti verso Bruxelles e per le sfide di oggi e di domani quando ci sarà la Conferenza sul futuro dell’Europa.
Si è aperto il sipario sulla rappresentazione di una fratellanza tra Macron e Mattarella grazie a rapporti intessuti nei secoli.
Il legame Italia e Francia è tale per il quale non si può parlare di una nazione senza tener conto dell’altra. E l’Italia dell’epoca moderna deve molto alla nazione vicina sul piano civile e sociale così come la Francia ci deve molto sul piano culturale.
Parlare dei rapporti italo-francesi significa tracciare per intero due lunghe storie fra loro continuamente intrecciate. Grazie a Napoleone, nativo Corso e quindi italiano e diventato francese per pochissimi mesi, si uniscono orizzonti che diventano più ampi nella geopolitica di duecento anni or sono e per una Europa delle nazioni.
Se la Francia appariva come la culla della rivoluzione e innovazione e l’Italia la terra del popolo della fantasia dove apparenza e sostanza possono esprimersi con bellezza, oggi si ha la contezza di essere dinnanzi a due sorelle latine.
Separate solo dalle Alpi hanno un “Mare Nostrum” verso il quale affacciano il destino anche più comodo rispetto ai naviganti inglesi (Brexit veleggianti).
E’ il bacino del Mediterraneo l’area di sviluppo dei prossimi decenni e di equilibrio tra il Nord ed il Sud di un pianeta che anche la pandemia ha reso evidentemente più comprensibile come unico.
E’ in quel bacino che si incontrano i destini della Russia, Turchia, America, Israele, Egitto, ecc.
E’ quindi basilare una ricomposizione famigliare tra Italia e Francia su quel global market cui si guarderà sempre di più altrimenti altri verranno a prenderci quote di mercato. In terra italiana e nella area vasta tra Liguria, Piemonte e Lombardia è così capillare il contributo transalpino all’economia , alla industrializzazione che anche le antagoniste case automobilistiche si sono coalizzate.
Siamo dinnanzi all’arte integrale delle relazioni perché da soli non si raggiunge quella stabilità europea di cui si sente necessità.
di Efrem Bovo