“Non cessare mai di coltivare la pace.”
In memoria del Nobel Moneta - Ezio Ercole, vice Presidente Ordine Giornalisti Piemonte, ha presieduto l’assegnazione dei premi “ Steli di Pace”. Di Biagio Picchio.
Si è tenuto in Fondazione Einaudi - Torino, in occasione della Giornata internazionale della Pace indetta dall’Onu il 21 settembre 2018, il Memorial Ernesto Teodoro Moneta unico premio Nobel per la Pace italiano.
Nella prestigiosa sala convegni di Palazzo D’Azeglio sono state invitate le giovani donne Anastasia Basso, Silvia De Michelis, Alessia Rastelli e Hella Colleoni per i riconoscimenti a loro tributati dai Giornalisti Uffici Stampa del Piemonte con il sostegno dell’Unione Giornalisti e Comunicatori Europei. Ed è stato proprio il Presidente UJCE - Alberto Fumi ad aver introdotto l’incontro entusiasmante con le premiate impegnate a costruire ponti di pace.
Il prof. Terenzio Cozzi, della Fondazione Einaudi e professore emerito dell’Università di Torino, ha sottolineato come la scelta della location fosse coerente perché, nella Biblioteca Einaudi, sono custoditi quattro tomi sul Nobel Moneta che aveva una viva corrispondenza con Giuseppe Prato e Robert Michels anche consuocero di Einaudi.
Il professor Cozzi ha sottolineato come oggi ci sia in atto un malcostume dell’uso della parola pace con “l’intento di far passare per buono ciò che invece è cattivo”. Passaggio quindi sulle così dette “fake news” preso al volo dal Segretario Generale della Stampa Subalpina, Stefano Tallia: “serve un approfondimento sullo stato reale delle cose. Vediamo i tentativi di manipolare l’informazione per imporre i propri interessi”.
Preoccupazione ripresa dal vice Presidente dell’Ordine dei Giornalisti del Piemonte, Ezio Ercole:
“dobbiamo guardarci dalle tante forme di dittature nere, rosse e gialle, o di qualunque altro colore. Desideriamo essere concreti, pienamente coinvolti e compenetrati nel nostro tempo. Moneta non è figura irenica, ma è persona di contraddizioni che arriva a desiderare fortemente la pace”.
“Noi siamo qui oggi per premiare delle giovani donne impegnate per la pace. Siamo educati dalla loro freschezza, dalla loro voglia di comunicare, dalla loro concretezza”.
Ed effettivamente l’auditorio è stato catalizzato dai lavori presentati alla prima edizione del Premio “Steli di Pace”.
Alessia Rastelli, della redazione culturale La Lettura del Corsera, ha ricevuto il premio per l’articolo “Caro nemico, abbracciamoci” e la valorizzazione dell’Associazione Rondine dove giovani frequentano master con i “nemici” e vengono formati come facilitatori di pace e nuovi leader nei loro Paesi.
Silvia De Michelis è stata premiata per il suo lavoro accademico, all’Università di Bradford in Inghilterra, di indagine sul ruolo dei media nei conflitti e per la pubblicazione, edizioni Gruppo Abele, del libro “Giornalismo di Pace” nato dall’incontro fortuito con Nanni Salio, che fu presidente del Centro Studi Sereno Regis.
Anastasia Basso ha ricevuto il calice lavorato con incisioni di vite e uva, simbolo della scienza del bene e del male, e con i frutti che incoraggiano i cercatori di verità, per il suo reportage su Women Wage Peace, durante uno dei loro incontri in casa.
L’ associazione nata pochi anni fa con mamme israeliane e arabe “stanche di vedere i propri figli ammazzati gli uni dagli altri” vede incredibilmente lavorare queste nemiche unite per non far dimenticare al Medio Oriente che la pace è possibile.
Ed è stata questa insistenza, questo coraggio di stare sul fatto che sia possibile la pace, la non conformità e la grande determinazione delle premiate che ha scosso gli animi. La parola pace ha subito una inflazione e viene liquidata oggi con una battuta semplicistica e sciocca “la pace nel mondo” come sogno irrealizzabile.
Invece occorre lavorare per la pace così come ha testimoniato in modo toccante Hella Colleoni, imprenditrice tunisina Presidente di Connect Italia e impegnata a Tunisi per sostenere orfani e abbandonati. “La guerra è fame, disperazione, fabbriche distrutte. Per la guerra oltre duecento imprese italiane se ne sono andate dalla Tunisia”.
Scioccanti poi le sue descrizioni del 2011 e la testimonianza della forza dei suoi operai, impiegati tunisini che per ricominciare hanno lavorato sei mesi in fabbrica senza prendere un centesimo. Ad Hella Colleoni, a nome dei Giornalisti Uffici Stampa del Piemonte - Ezio Ercole ed Efrem Bovo hanno consegnato la “spiga d’argento” Memorial Nobel Moneta, simbolo scelto per l’esile forma dello stelo di grano e per i suoi numerosi chicchi su una pianta quindi forte, capace di resistere ed essere produttiva.
Foto di: M.Balestrieri, A.Fumi, E.Bovo.